18 settembre 2008

Il sonno della ragione genera mostri

Un posto speciale tra gli orrori dell Indonesia merita decisamente il mandi, un arredo per il bagno di difficile traduzione, a meta’ tra una vasca e un bidèt.

Si presenta come una sorta di piccolissima vasca quadrata larga circa 40cm, e alta poco meno di 1 metro. A prima vista sembra una vasca per bambini. O per nani. O per bambini nani. Molto nani. Serve come bacinella da cui raccogliere acqua con un attrezzo simile ad un pentolino di plastica. L’acqua raccolta servira’ per eliminare le deiezioni prodotte (il concetto di sciacquone è ancora molto lontano) e per lavarsi la mano sinistra con cui ci si deterge da dette deiezioni (in assenza della carta igienica che viene solo usata a tavola, al posto dei tovagliolini). Per utilizzare il pentolino, occorre impugnarlo con una mano, il che rende impossibile insaponarsi o lavarsi entrambe le mani, se non a rate. Il mandi è utilizzato anche per lavarsi il corpo e sostiutisce sia la vasca che la doccia anche nelle case signorili. Qui insomma anche i piu’ ricchi si lavano con secchiate di acqua fredda. L'acqua del mandi, viene utilizzata anche per lavarsi i denti e, dato che non esiste il lavandino, viene poi sputata direttamente per terra, anche se sul marmo.
La pratica non cambia nei locali e nei bagni pubblici, dove l’acqua del mandi è stagnante e spesso abitata da lucertole e gechi morti e insetti di ogni specie. Per lavarsi le mani dopo essersi "espressi" (ricordo che la carta igienica non è in uso) si usa tutti lo stesso pentolino attingendo acqua dalla stessa bacinella di acqua stagnante e buttando poi l’acqua sporca nel buco della turca. Ovviamente la stessa acqua è usata anche per lavarsi il viso e i denti.

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